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Factfulness

Per una visione del mondo basata sui fatti
Se vi ponessero la domanda “Negli ultimi vent’anni, la proporzione della popolazione mondiale che vive in condizioni di povertà estrema è quasi raddoppiata, è rimasta più o meno invariata o si è quasi dimezzata?” che cosa rispondereste? E se vi chiedessero dove vive la maggior parte della popolazione mondiale: in Paesi a basso, medio o alto reddito, sapreste rispondere in modo corretto?

Queste domande, insieme ad altre undici, le trovate nel libro FACTFULNESS. Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo e perché le cose vanno meglio di come pensiamo (Rizzoli 2018). Libro postumo del medico e statistico svedese Hans Rosling (1948-2017), che è stato professore di salute mondiale alla facoltà di medicina di Stoccolma e che per anni ha girato il mondo facendo conferenze e mostrando slide per sollecitare conoscenza e consapevolezza, con un’applicazione di sua invenzione che raffigura i dati statistici come “bolle animate”, rappresentando la realtà in modo dinamico e con uno sguardo diverso.

Trovate le sue conferenze e molto altro sul sito www.gapminder.org, della Gapminder Foundation da lui creata nel 2005, il cui obiettivo è combattere l’ignoranza devastante con una visione del mondo fondata sui fatti. L’accattivante elaborazione grafica di serie temporali di numerose variabili o data storytelling – per esempio il tasso di fertilità incrociato con la scolarizzazione delle ragazze, o l’aspettativa di vita confrontata con il reddito pro capite – offre un’interpretazione che smonta gli assunti ideologici, le opinioni distorte, i pregiudizi più incalliti.

Frutto di 15 anni di collaborazione con il figlio Ola Rosling e la nuora Anna Ronnlund (che hanno completato l’opera quando Rosling è morto per un tumore al pancreas), Factfulness affronta sul piano planetario molti argomenti cruciali, dalla povertà alle pandemie ai cambiamenti climatici. Per rappresentare il trend di crescita della popolazione mondiale, per esempio, invece di suddividere la popolazione in base al paese dove vive, secondo la consuetudine dei demografi, Rosling ripartisce gli abitanti in base a quattro fasce di reddito, per ciascuna delle quali individua delle categorie di valori comuni, come i comportamenti di acquisto.

Rosling ci mostra dieci automatismi cognitivi che ci inducono a un’esagerata drammatizzazione della visione del mondo, appiattendo così qualsiasi progresso compiuto dall’umanità, per quanto significativo possa essere stato. A generare questi bias interpretativi c’è, per esempio, l’impulso ad abbracciare un ragionamento binario – noi/loro, buoni/cattivi -, dividendo grossolanamente la realtà in due grandi blocchi e cancellando ogni sfumatura. In pratica, ci mostra che dieci istinti (quelli che Rosling chiama divario, negatività, linea retta, paura, dimensioni, generalizzazione, destino, prospettiva singola, accusa e urgenza) ci inducono a vedere le cose da un’unica prospettiva e ad agire sulla base di essa. Mentre la factfulness ci permette di ampliare la nostra visione, ancorandoci saldamente ai fatti e non alle opinioni personali.

Rosling ci accompagna a dare uno sguardo sul mondo che si concentra sui progressi compiuti, dalle campagne di vaccinazione al controllo delle nascite, dall’alfabetizzazione al reddito pro capite: dove riscontra un segnale di progresso cerca i modi per replicarlo altrove, per sviluppare e diffondere questo progresso. E amava sottolineare che la maggior parte della sua conoscenza del mondo non derivava (solo) dallo studio dei dati, ma dal tempo trascorso con le altre persone, per esempio in Africa e in Asia, imparando sul campo dall’esperienza, propria e altrui.
Leggendo Factfulness entriamo in contatto con l’umanità straordinaria del suo autore, la sua grande ironia, la sua capacità di raccontare in modo coinvolgente, doti ne fanno una lettura affascinante.

Non solo. In questo periodo di crisi, in cui il bombardamento di fake news e di opinioni personali ha indotto enorme confusione, ha aumentato ansia e insicurezze, ha sollecitato lo sviluppo di ulteriori distorsioni cognitive ed eccessive attivazioni emotive, lavorare per diffondere una visione del mondo basata sui fatti è fondamentale. E per noi che ci occupiamo di relazioni può essere l’occasione per osservare, dentro di noi per primi, quali pregiudizi ci inducono a guardare la realtà senza l’apertura necessaria. Rintracciare le nostre distorsioni ci permette di fare un passo avanti importante nella nostra crescita personale e professionale.

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