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Formazione

LA GRUPPALITÀ NELL’ATTIVITÀ FORMATIVA

Il gruppo rappresenta un ground particolarmente fertile per i processi di apprendimento.
L’acquisizione di abilità e contenuti è sensibile alla motivazione e al piacere e la dimensione gruppale si presta eccezionalmente come sostegno alla capacità, necessaria per imparare, di aprirsi con curiosità al diverso, al nuovo e all’inesplorato.

Seppure ancora immersi in una cultura del sapere “infuso” dall’altro/alto, sosteniamo la potenza di processi di crescita e formazione basati sulla ricerca condivisa e il coinvolgimento della persona nella sua interezza.

Il gruppo diventa palestra, scoperta incarnata e sperimentazione protetta dei nuovi apprendimenti, occasione continua di rispecchiamenti e riconoscimenti.

LE COMPETENZE PER LA GRUPPALITÀ
NELLA FORMAZIONE

La formazione esperienziale ha conquistato ormai gran parte della scena formativa: unendo le dimensioni cognitive, corporee ed emotive siamo molto più aperti a ricevere nuove informazioni e a integrarle nel nostro sistema di conoscenza e competenza.
Occorrono, dunque, skill che mettano a frutto creatività e comunicazione efficace, diano spazio all’immaginale, esplorino gli strumenti della gamification e stimolino il gusto dell’esplorazione di nuove prospettive e visioni.

L’impennata dell’E-learning e del Blended learning è alla base della scelta di proporre in Groupability® una modalità ibrida di lavoro: la gruppalità deve poter essere accompagnata e “curata” al meglio in ogni setting di lavoro.
Occorrono tuttavia nuove competenze e non semplici trasposizioni su schermo di ciò che usiamo fare nel contatto diretto: lo stile di comunicazione, il ritmo, la gestione del silenzio, l’attenzione alla dimensione corporea sono elementi di attenzione basilari per creare luoghi favorevoli all’apprendimento.

CRITICITÀ FREQUENTI E POSSIBILITÀ EVOLUTIVE

La corrente che spinge in direzione opposta all’apertura e al cambiamento necessari all’apprendimento è la tendenza umana a conservare: ciò che è familiare, noto e prevedibile ha un potere attrattivo che rischia, tuttavia, di limitare la capacità di movimento e flessibilità dentro nuove forme e schemi di pensiero e azione.
Accompagnare verso il nuovo richiede la capacità di procedere per “spinte gentili” che rendano sostenibili nuove configurazioni.

I processi di apprendimento sono strettamente connessi a quelli della valutazione ed espongono al rischio dell’errore e del giudizio. Occorre dunque allestire processi e contesti gruppali di insegnamento capaci di uno sguardo che sostiene e accompagna alla crescita, in grado di ridurre la pressione prestazionale che è ancora profondamente radicata nella nostra cultura.

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